Un giorno, verso la fine di aprile, trovai un bigliettino nel portapenne. Era infilato tra due
matite, dritto come se fosse in piedi.
Lo aprii e lo lessi.
C’era scritto: “Io e te siamo uguali”. Nient’altro.
Tradotto in italiano per edizioni e/o, Heaven è l’ultimo romanzo di Mieko Kawakami,
apprezzata scrittrice giapponese, autrice di Seni e uova bestseller internazionale. Il libro ha
come tema portante il bullismo: il protagonista vive in una solitudine pervasiva intramezzata
solo da risa di scherno, colpi alla nuca, pugni e calci. Crede di essere il solo a subire un
destino simile – d’altronde lui è l’unico con un severo strabismo e quindi in parte si merita
quello che vive – fino a quando non trova sotto il suo banco un bigliettino misterioso. Dopo
poco si scopre che l’autrice non è che Kojima, una sua compagna di classe. Anche Kojima
viene presa di mira ma il protagonista, all’inizio, ammette di non essersi accorto delle
torture inflitte alla ragazza perché – forse – troppo concentrato sul suo, di dolore. Ecco
allora che con un semplice espediente, Kawakami dà il via ad un’amicizia che si lega a
doppio filo con la sofferenza e che cerca di indagare a fondo il perché stesso di quella
sofferenza e di come poterla in qualche modo superare.
I dialoghi tra i due preadolescenti sono il motore dell’azione: interrogandosi e cercando di
dare un senso a quello che stanno vivendo, i due creano di fatto una loro realtà in cui,
insieme, sono invincibili e in cui, insieme, riescono a superare la cattiveria che li circonda. Il
realismo brutale delle scene di violenza è forse la cosa più difficile da digerire, in un primo
momento. Ma poi, andando avanti con la lettura, ci si rende conto di quanto sia ancora più
difficile rimanere inermi ad ascoltare i discorsi lucidi di due ragazzini estremamente
consapevoli della differenza tra bene e male, giusto e sbagliato.
Non posso dire di aver apprezzato completamente Heaven. Come lettrice, credo di essere
troppo lontana dalla cultura giapponese per apprezzare una tale violenza che, come ho
scritto in precedenza, è la realtà per tantissimi. Così come non credo di comprendere a
fondo uno stile così asciutto ma allo stesso tempo complesso, pur notando uno sforzo
poetico soprattutto nell’utilizzo di lessico legato al campo semantico dei colori.
Dovrei immergermi con più consapevolezza nelle trame della cultura giapponese per
apprezzare il lavoro, sicuramente di livello, di una scrittrice nipponica.
A parte questo, però, di sicuro Heaven è un libro sincero e armonico, che pur trattando temi
difficili, non è lezioso ma, anzi, arriva dritto al punto.
Tutto era bello. Senza nessuno a cui dirlo, senza nessuno a cui mostrarlo, semplicemente e
meravigliosamente bello.

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