Donne scrittrici e personaggiD

Vi siete mai chiesti quali siano le scrittrici che abbiano rappresentato al meglio la condizione femminile nei loro romanzi? Ci sono personaggi femminili che più di altri vi sembrano originali e anticonformisti? Noi di W.O.W abbiamo provato a dare una risposta a questi interrogativi.

Tutte da piccole sognavamo di essere Jo. Ammettetelo, quando leggevate Piccole donne, non potevate fare a meno di rivolgere le vostre simpatie verso la protagonista indiscussa del romanzo, la più ribelle e indipendente delle sorelle March, con il sogno nel cassetto di diventare una grande scrittrice. Non che gli altri personaggi usciti dalla penna di Louisa May Alcott siano da meno, sia chiaro. Questo romanzo di formazione americano offre infatti il ritratto di figure femminili molto differenti fra loro, ma a cui ci si affeziona proprio in virtù delle loro peculiarità, come la dolcezza di Meg, la sensibilità di Beth e il brio di Amy. Se non l’avete letto durante la vostra adolescenza, fatelo al più presto!

Se vi dicessimo di pensare ad un gruppo di donne, intente a conversare amabilmente sullo sfondo della campagna inglese di inizio ottocento, a quale scrittrice pensereste? Sicuramente Jane Austen ci ha regalato dei personaggi femminili che sono entrati nella storia, anche grazie alle molte trasposizioni cinematografiche e televisive che sono state realizzate a partire dai suoi libri. Come non ammirare l’arguzia e la forza d’animo di Elizabeth Bennet, che riescono a conquistare anche l’orgoglioso Mr. Darcy, in Orgoglio e pregiudizio? O il rapporto contrastante fra la riflessiva Elinor e la romantica Marianne in Ragione e sentimento? Che dire, il tempo passa ma la Austen non invecchia mai. 

Rimanendo ancora nell’Inghilterra di inizio ottocento, non ci si può dimenticare delle sorelle Bronte, la coppia di sorelle scrittrici più famosa di tutti i tempi. Voi chi preferite, Emily o Charlotte? Se amate le storie di amori contrastati, vi farete catturare dalla passione fra Catherine e Heathcliff in Cime tempestose, se invece preferite le trame a lieto fine, seguirete con trasporto le traversie della vita di Jane Eyre, uno dei più bei personaggi femminili di tutti i tempi.

Parlando di critica letteraria e sociale, occorre ricordare la disamina che Virginia Woolf fa in Una stanza tutta per sé, saggio che tocca il tema della condizione delle donne, e delle donne scrittrici in particolare, nell’Inghilterra di inizio novecento. La Woolf osserva come per le donne del suo tempo sia molto difficile accedere ad un alto livello di istruzione e ottenere l’indipendenza economica, con la diretta conseguenza di avere minori possibilità di sfondare nel mondo letterario, rispetto ai loro colleghi maschi. Sicuramente non un testo di facile lettura, ma una delle pietre miliari della letteratura femminista.

Guardando all’Italia, possiamo dire di vantare fior fior di scrittrici. Che dire di Elsa Morante, la prima scrittrice donna ad aver vinto il Premio Strega? La Morante ci ha regalato molti ritratti femminili, da Nuziatella e Assunta ne L’isola di Arturo, a Ida Ramundo ne La Storia, per non parlare poi delle diverse donne che popolano Menzogna e sortilegio, come l’inquieta e ombrosa Anna, l’allegra e sensuale Rosaria e la dolce e Ingenua Elisa, la bambina che narra l’intera storia. Non resta che immergersi nella lettura, alla scoperta di questi personaggi affascinanti e complessi.

Si può dire che Dacia Maraini, con La lunga vita di Marianna Ucria, pubblicato nel 1990, ci abbia regalato uno dei libri più struggenti  di fine novecento. In una Sicilia del settecento, ancora molto retrograda e ostile alle idee dell’Illuminismo, si dipana la parabola esistenziale di Marianna, una sposa-bambina sordomuta, proveniente dalla nobile famiglia degli Ucria. Una storia drammatica e a tinte forti che ci fa riflettere su tematiche per noi molto lontane nel tempo, ma purtroppo ancora attuali nel resto del mondo.

Allargando lo sguardo alla letteratura mondiale, si può ricordare uno dei più bei best seller degli ultimi anni, Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi. In questo romanzo-saggio, l’autrice riesce a parlare della condizione della donna nella Repubblica islamica dell’Iran, partendo dal contenuto di alcune lezioni su classici della letteratura occidentale, da lei tenuto durante un seminario dedicato a poche studentesse. Nel gruppo di studio si crea un legame di intima amicizia in cui, al racconto di fatti di vita privata, si alterna un’analisi di romanzi quali Lolita, Il grande Gatsby, Daisy Miller, Orgoglio e pregiudizio e tanti altri, tutti riletti alla luce dell’esperienza personale delle ragazze.   

Per concludere, vi regaliamo un componimento di Wisława Szymborska, la poetessa polacca insignita del Premio Nobel nel 1996.

RITRATTO DI DONNA

Deve essere a scelta.

Cambiare, purché niente cambi.

È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.

Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi, 

neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.

Dorme con lui come la prima venuta, l’unica al mondo.

Gli darà quattro figli, nessuno, uno.

Ingenua, ma ottima consigliera.

Debole, ma sosterrà.

Non ha la testa sulle spalle, però l’avrà.

Legge Jaspers e le riviste femminili.

Non sa a che serva questa vite, e costruirà un ponte.

Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.

Tiene nelle mani un passero con l’ala spezzata,

soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,

una mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.

Dove è che corre, non sarà stanca?

Ma no, solo un poco, molto, non importa.

O lo ama o si è intestardita.

Nel bene, nel male, e per l’amor del cielo!   



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