l’affidabile ciclo della natura
e le sere
con le loro luci scarse
sparse
e in casa
l’attesa delle previsioni del tempo
mentre rantola la pipa
e un vecchio cane
dorme sotto il tavolo

il ciclo dei ricordi
che si allontana

su una strada
qualunque

La prima volta che il dolore mi salvò la vita

Jón Kalman Stefánsson è uno dei più celebri autori islandesi, e ha ottenuto la fama grazie ai suoi splendidi romanzi, tutti editi per Iperborea; stupirà i più, quindi, sapere che la sua inclinazione letteraria, per tutta la giovinezza, si è sostanziata nella forma poetica, tanto che in un’intervista dei suoi primi anni di scrittore si trovò a dichiarare: “Ho difficoltà a immaginarmi a scrivere narrativa. La forma poetica è la più adatta a me”, affermazione che fa sorridere il lettore di oggi che guardi retrospettivamente la sua carriera e la sua produzione artistica, in cui le opere in prosa si annoverano come i suoi più brillanti successi.

A raccontarci come la sensibilità dell’autore si sia progressivamente modificata portandolo ad abbandonare la poesia e affidarsi alla prosa è lo stesso Stefánsson nella prefazione (un racconto autobiografico e autoironico sulle sue prime esperienze editoriali intitolato Perché questo spreco di carta?, una citazione tratta dalla prima recensione alla sua raccolta di poesie) a La prima volta che il dolore mi salvò la vita, la raccolta di tutte le poesie edite dell’autore (1988-1994) e di alcune poesie inedite, con testo islandese a fronte.

Abbiamo detto che la sensibilità di Stefánsson si è nel tempo modificata abbandonando la poesia a favore della prosa, eppure ci rendiamo conto che l’affermazione è affrettata, per non dire tutto sommato errata: il potere evocativo dei versi non ha mai abbandonato la sua scrittura, che anche nei romanzi procede intessendo le parole l’una all’altra in uno stile asciutto e lirico allo stesso tempo, di un liricismo riservato, quasi dimesso, si potrebbe dire, eppure grande nella sua capacità di cogliere l’infinito nel finito, e viceversa; tutte caratteristiche, queste, che nascono, e grazie a questa raccolta lo possiamo toccare con mano, da un’abitudine consolidata alla poesia, alla versificazione, alla ricerca della parola esatta e della concatenazione suggestiva di immagini.
Per chi ama il suo stile da prosatore addentrarsi nella materia prima che ha dato forma al suo stile – quella poetica, appunto – è ritornare a casa e una chiave di lettura imprescindibile per apprezzarne, di nuovo, i romanzi.

non è successo niente
se non che la giornata di ieri
ha cambiato nome

per esempio non esiste una parola
che fermi il battito del cuore
nessuna parola
per amanti nervosi
nemmeno una parola
da portarsi dietro
mentre si aspetta l’autobus

ma voglio lo stesso comporre
questa poesia inutile

e dedicarla al mio respiro

I temi trattati sono molteplici e ricorrenti: il dolore (non stupisce, dato il titolo della raccolta, vederlo affiorare, in varie forme – dal desiderio di autodistruzione all’apatia emotiva, dalla cupa tristezza alla malinconia), l’amore, il disincanto nei confronti dei minuti doveri della società, la natura e il paesaggio islandese, la morte, la donna, la poesia stessa.

ll tono contemplativo e l’autobiografia si intrecciano, ed è bello giocare a rintracciare le parole nel testo islandese, quella lingua ignota (almeno a noi!) e affascinante che sembra riprodurre, nella grafica e nei suoni, la magia intermittente e selvaggia dei paesaggi nordici.

Storia del genere umano

A volte sogno la nera bellezza del cielo
le mani ardenti del sole che spazzano la marea
umana dalla superficie della terra prima che il giorno

si chiuda dentro la notte glaciale
A volte sogno oltre il vortice di luce urbana
un cielo che è una porta o un miraggio sopra
i monti frastagliati che s’infilano tra le nubi cariche

d’acqua e uccelli che spariscono nei corrugati
crinali mentre l’inchiostro del tempo sposta
le montagne e la mia vita trascorre come
una stretta di mano casuale
A volte sogno un uomo indistinto
nel tempo sostenere che la terra è sua

Tutti i capisaldi della poetica dell’autore si profilano nelle parole scelte con cura e, nonostante il filtro della traduzione (portata magistralmente in vita da Silvia Cosimini), pare di poter cogliere l’anima dell’autore, che nella prosa, a tratti, si copre di veli e che invece si dà tutta nello scorrere delle parole, tradendo uno slancio vitalistico che solo poesia, amore e amore per la poesia, nella raccolta, sembrano in grado di suscitare.

Amico
questo è il giorno
per mandare avanti la vita a calci
demolire la forza di gravità dell’abitudine
invece di staccarsi sospirando
dal molo
e arrugginire sul mare
aspettando un’avventura intorno al porto

cogliamola, l’occasione che nessuno ci offre

Leggi anche la recensione a L’evento

Categorie: BlogRecensioni

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