Siamo arrivati alla fine di questo 2022.
Un anno unico ed irripetibile per molti aspetti, sopratutto per quanto concerne e riguarda il mondo della poesia che pian piano si è manifestato ai nostri occhi.
Read(y) non è solo un esperimento ben riuscito ma ad oggi una consolidata realtà nella poesia contemporanea italiana.
I nostri open mic hanno toccato più regioni, da ultima la bella Lombardia in compagnia delle nostre amiche di WoW, che approfitto per ringraziare.
Io e il buon Tarquini abbiamo inoltre conosciuto poeti divenuti amici e amici che hanno iniziato a scrivere anche grazie a noi? Bè, sì, ci piace pensarlo.
I nostri poetry lab portati nella scuole, in classi dove non esiste una lingua dominante ma in cui tutto è un magnifico kaos del suono.
Sono felice di questi primi traguardi e di queste piccole grandi vittorie, come parlare per la Regione Lazio della nostra realtà a Più Libri più Liberi.
Il 2023? Nella mia idea, l’estensione a macchia d’olio della nostra onda poetica non può che continuare.
Saremo sempre più Poeti alla Deriva (la nostra rassegna mensile da Sinestetica). Saremo sempre più schegge impazzite e faremo nostra la politica del verso, senza padroni e assurdamente democratica.
Allora ve lo dico: BE READ(Y), the best is yet to come.
Vi saluto con una delle ultime poesie.
Urbe
Parole passero,
pensieri gabbiano
e noi ad assaggiar le nuvole.
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