Scrivi un testo che racconti la seguente situazione:
DUE AMICI CONDIVIDONO LA STESSA RAGAZZA. LORO NON LO SANNO. MOSTRA AL PUBBLICO IL LORO SEGRETO.
25 DICEMBRE 2018
Mattina di Natale, appartamento milanese addobbato come per ogni Natale che si rispetti, carta da pacchi colorata sparsa disordinatamente sotto l’albero, fermento in cucina. Lo squillo del telefono. Edoardo risponde. Dall’altro capo del filo una voce familiare «Ciao Edo, buon Natale». «Ehi Ludo! Buon Natale a te, sei tornato a Milano?». «No, quest’anno festa alternativa, è venuta la mia famiglia a Parigi, ne hanno approfittato per fare un viaggio». «Ahaha, che bello, avrai all the family fra i piedi per un po’!». «Sì, però sono felice, è un periodo particolarmente felice in effetti…». «Beh, ci credo, non ho mai sentito nessuno lamentarsi particolarmente dell’Erasmus! Te la starai spassando». «Questo sì, l’Erasmus sta andando alla grande! Parigi è sempre Parigi, ma poi… credo di essermi innamorato». «Ahaha, storia d’amore nata in Erasmus a Parigi, vuoi proprio cadere in uno dei più banali cliché! Sei il solito sentimentale. Va beh, scherzi a parte, sono contento per te! Ora ti lascio perché i parenti stanno per invadere la casa, fai gli auguri ai tuoi». «Auguri a voi».
SETTEMBRE 2018
Aeroporto di Malpensa, una giovane coppia in attesa al check-in. Avranno vent’anni o poco più. Un’ombra di tristezza passa sul volto di lui. Anche lei ha nello sguardo una traccia di malinconia, quella che precede ogni partenza, ogni separazione. Poi però i suoi occhi si illuminano leggendo la destinazione impressa sul biglietto, Parigi, Charles De Gaulle, e l’aspettativa si insinua sino ad avere il sopravvento su ogni possibile ripensamento. «Amore, non fare quella faccia, sei mesi passano in fretta». «Sarà… a me sembra un tempo infinito…». «Ma no, dai, c’è di peggio!». «Ah sì? Cosa, per esempio?». «Beh, pensa… potrebbero rapirmi gli alieni, questo non sarebbe peggio?». «Sei la solita cretina! Fai buon viaggio, e divertiti, ma non troppo!». «Ahaha, ricevuto capo!».
Bacio, bacio.
NOVEMBRE 2018
Parigi, libreria Shakespeare & Co. Un ragazzo e una ragazza davanti all’ultima copia dell’opera completa di Whitman. «Prendilo tu, non c’è problema». «Non ti dispiace? Mi servirebbe urgentemente per un esame. Comunque poi posso prestartelo, ti lascio il mio numero».
GENNAIO 2019
Squillo del telefono. «Ludo, che bello sentirti! Come stai? Sempre preso dalla bella parigina?». «Ecco, appunto… abbiamo rotto. Ha un ragazzo in Italia… e poi non è parigina, è più milanese di te e me». «Capisco… mi spiace davvero. Comunque guarda il lato positivo, è meglio che sia finita ora, non mi sembra proprio il ritratto della santità». «Questo è vero, però ti assicuro che non avevo minimamente idea che ci fosse un altro, sono rimasto spiazzato quando me lo ha detto». «Beh, è stata doppiamente stronza se te lo ha tenuto nascosto, detto fuori dai denti». «Hai ragione, però non riesco a smettere di pensare a lei… è così, così… non so come dire… ineffabile». «Ahaha, ineffabile, dai, non è mica una donna angelicata dello Stilnovo! Dai, retta a me, stai leggendo troppi romanzi, quanto si vede che studi lettere!». «Ma come fai ad essere così cinico? Avrà pur avuto le sue ragioni». «Sì, sì, te le dico io le ragioni… svegliati Ludo». «Spero di potermi riprendere…. Ieri l’ho anche sognata». «Ahahah, ci si mette anche il dottor Freud! E cos’hai sognato?». «Guarda, una visione davvero assurda… c’era lei sdraiata nuda sul letto e ad un tratto la voglia a forma di goccia che ha all’altezza dell’ombelico si dilatava e diventava sempre più grande, fino a quando non si trasformava in una distesa d’acqua, che a poco a poco mi sommergeva del tutto, facendomi soffocare… mi sono svegliato in preda al panico». «Aspetta, quale voglia? Nel sogno?». «Sì, è una voglia che lei ha realmente». «A forma di goccia?». «Sì, di goccia». «All’altezza dell’ombelico?». «Sì, dell’ombelico».
Silenzio
«Edo, ci sei? Edo? Edo? Edooo?»
Di Carolina Di gioia
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