Diario di un’evasione

Il primo giorno mi hanno detto
che il problema non sono io
è la mia faccia

Il secondo giorno mi hanno detto
che il problema non sono io
sono le mie mani

Il terzo giorno mi hanno detto
che il problema non sono io
sono le mie gambe, e i miei piedi

non sopravvivresti un giorno
là fuori
con quelle gambe
con quei piedi

Il quarto giorno mi hanno detto
che il problema non sono io
è la mia voce

ho pianto e ho strepitato
non mi hanno sentita

Il quinto giorno mi hanno detto
che il problema non sono io
sono gli altri

gli altri non capirebbero
ti farebbero male

Il sesto giorno ho pensato
che anche se il mondo è così doloroso
non può fare più male
del pavimento
duro sotto i gomiti scomposti
e della bocca piena di polvere

e se di male devo morire
tanto vale
morire
alla luce del sole

Il settimo giorno ho aperto la porta
con le mie mani imperfette

non pensavate ce l’avrei fatta

ho strisciato fino al cancello
con le mie gambe imperfette
la mia bocca imperfetta abituata
a mordere il fango

e con il tempo ho imparato
che non mi serviva saper correre
ma saper ballare
che non mi serviva essere bella
ma saper guardare
che le mie mani sapevano
comunque toccare
che basta una persona
che sappia ascoltare
quando dici

eccomi

I.


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