Racconta la liberazione di un personaggio che abbia le seguenti caratteristiche:
è una donna
ha ventisei anni
è balbuziente
è irascibile
vive nei sobborghi di Roma
con una capra.

Roma, 54 a.C.
Giulia Fabia Capella vive al chilometro XII della Via Cassia. È figlia di Marcio Fabio, un tempo ricco abitante della inner city, ora ridotto a fare l’allevatore di capre (e per questo rinominato Capello) dopo essersi innamorato di Claudia, povera contadina. Giulia ha sulle spalle il peso di essere un problema per il pater, il quale era stato cacciato dalla sua gens dopo che venne a galla la storia d’amore con Claudia, la quale era rimasta incinta. Per questo Marcio non ha mai riservato per lei un trattamento amorevole: sono sempre stati frequenti gli insulti e i maltrattamenti. La povera madre assiste, desolata, alla vita della figlia: a ventisei anni non ha ancora trovato marito.

In passato Claudia aveva provato più e più volte a maritare la povera Giulia, proponendola a diverse tipologie di uomini. Sperava, data la bellezza della ragazza, di poter elevare il proprio rango sociale per permettersi tutti quei lussi che le erano negati dalla nascita: i sandali di pelle, uno Spritzius all’ombra del Foro con le amiche, un bagno a QC Terme Roma Centro… Ma no, proprio non ci riusciva: Giulia era una testa calda e riversava sui Latin lover l’ira funesta causatale dal padre.
Era diventata una vera e propria star, conosciuta fino a Pompei per i suoi modi: si dice in giro che sia un vulcano di rabbia, e in taluni casi abbia finito per prendere a schiaffi, ribaltare i triclini (comprati dal “povero” Marcio al Mondus Opportunitas vicino a casa), versare brodo caldo in testa. Non c’era modo di andare oltre alla cortina d’odio che accecava Giulia Fabia Capella.

Nessuno, però, si è mai preso la briga di chiederle – Perché? Capisco che la psicologia non avesse ancora fatto passi avanti però, ben lo sanno i genitori moderni, il dialogo molte volte risolve tutti i problemi. E così sarebbe stato, se Marcio e Claudia avessero letto uno di quei papiri, provenienti dalla zona dei tre fiumi aldilà dell’Ellesponto, sulle metodologie innovative di allevamento dei figli.
Se provassero a parlarle, non solo di tecniche educative, ma proprio in generale, anche solo del tempo, scoprirebbero che la loro filia soffre di una grave forma di balbuzie. Questo la porta a non aprirsi con gli spasimanti, ma anzi a respingerli.

Dicevo: visto che Claudia non ha letto quei papiri, ha deciso di recarsi al tempio delle Vestali. Spera in un consiglio, in una previsione ottimistica per il futuro della figlia (ma soprattutto del proprio). Giulia, ovviamente, è stata costretta a seguirla, su ordine del padre. Entrata in un lungo colonnato altissimo, si sorprende delle meraviglie costruite attorno a lei; vede quelle belle vergini camminare freneticamente avanti e indietro facendo la guardia al Sacro Fuoco. Sono indaffarate in ogni mansione possibile: curano un grandissimo orto di fagioli, grano e piselli sul lato ovest, mentre sul lato est hanno una mandria di bovi.
Vengono accolte da una vestale, ascoltate e consigliate. Il consiglio è il seguente: far giacere la povera Giulia con un uomo fidato di Caio Giulio Cesare, il quale è in cerca di moglie e sarebbe disposto ad accettarla, pur essendo lei una contadina. La madre è estasiata. Giulia un po’ meno. Sentendo queste parole, una vena cerebrale inizia a pulsare molto forte, gli occhi si stringono e la mente si offusca.
Spinge a due mani la vestale e la mater ed inizia a correre. Corre a zonzo, fa inciampare molte vergini e finisce in una stanza dentro cui vivacchia una fiamma.
Senza pensarci riempie i polmoni e soffia. La fiamma si spegne. Gli occhi si riaprono, la mente ora è lucida e si è accorta di cosa ha combinato. Sente dietro di lei delle urla. Claudia la cerca insieme alla vestale più anziana. Giulia però riesce ad infilarsi in un vicolo nascosto e a salire su una carrozza Ubbber. Mentre si dirige verso la propria abitazione vede orde di fanti marciare verso il Foro, persone che accaparrano il possibile al Sestertium Market dato che, si sussura, la fiamma è spenta.
Se la trovano, è una donna morta. Deve scappare: entra nella propria abitazione rompendo quella maledetta porta cigolante ed economica prodotta da quei Galli puzzolenti, guarda il pater negli occhi e urla “E-E-GO E-E-E-EO E-E-EX D-D-D-DOMO!!!!”
Lui non capisce, figurarsi: nemmeno sapeva di avere una figlia balbuziente. La lascia fare, pensando si stia lamentando di un altro spasimante. Lei esce, va verso il recinto, prende una piccola capra sotto braccio e inizia a correre.
Adesso vive libera e felice sull’Appennino insieme alla sua capretta, coltivando cavoli, in una piccola catapecchia costruita con i rami trovati nei boschi. Libera dai genitori, dagli spasimanti e dal dovere di parlare.

Se vi state chiedendo perché vi ho parlato di Giulia, sappiate che le dovete molto: è proprio grazie a lei che dite “salvare capre e cavoli”.

Davide


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