Descrivi il DISGUSTO di un personaggio nei confronti di una o più SECREZIONI UMANE; presta attenzione a mostrare il disgusto senza mai dirlo apertamente.

Le cosce di Aurora si serrano sempre più di frequente, muove il sedere e il bacino contro il pavimento su cui è seduta come in una danza della fertilità hawaiana, addirittura la sua mano destra entra, furtiva, a esplorare le mutande, sperando che nessuno la noti. Poi, con aria casuale, fruga nella propria borsa e la rimette piano a posto. Incrocia le gambe e sistema i delicati fuseaux rosa.
“Non rimarranno a lungo di quel colore se non vai in bagno” osserva V. al suo fianco.
“Spiritoso! Guarda che meravigliosi jetèe entrelacèe stanno facendo Eleonora e Piotr e fatti gli affaracci tuoi!” lo rimbecca lei, cercando di concentrarsi sulla musica che le piace tanto.
“Perché voi donne diventate insopportabili quando avete le vostre cose?” sbuffa V., ma senza cattiveria, solo con sincera curiosità. Aurora sussulta turbata. L’ha definita una “donna”, mentre lì, all’Accademia di Danza Classica, la chiamano ancora enfant prodige e tutti la considerano una bambina, lei compresa. Anche se, da ormai tre anni, le capita quello che le sta succedendo anche adesso.
“Perché non vai in bagno?” insiste V. sottovoce.
“Ci vado all’intervallo, manca poco!”
“Finirai per sporcare di nuovo il parquet…”
“Vaffanculo.”
“Scusa, scusa.”
“Guarda che non è capitato solo a me! Ti ricordi Marta, con quel tutù bianco?”
Il pensiero le fa venire un conato di vomito. Anche lei ha le mutande bianche oggi, scelta geniale. V. sta zitto per un po’, poi chiede di nuovo: “Ma che c’è? Non ti vuoi cambiare?”
“Fatti gli affari tuoi!”
L’ha fatta arrabbiare. Ma Aurora non riesce a restare offesa a lungo con V. Si conoscono da troppo tempo, hanno iniziato a ballare insieme da piccoli, e va d’accordo con lui più che con le compagne. Oddio, lei al confronto è allegra e piena di gioia di vivere, ma gli vuole bene anche per questo, così, quando lui le domanda di nuovo: -“Non ti piace cambiarti l’assorbente?”, risponde con sincerità –“Ci sono cose che mi divertono di più”.
“Un assorbente interno dev’essere una sensazione strana.”
“Non uso quelli interni, quello che ho adesso ha le ali… Avrei bisogno di quelli imbottiti ma si vedono troppo e mi vergogno. Ma tu che ne puoi sapere?” conclude stizzita davanti agli occhi sgranati di lui per quella valanga di informazioni non richieste.

All’intervallo, Aurora prende dalla borsa la bustina con il ricambio come se fosse un pacco bomba e lo nasconde premendolo contro il braccio. Come se fosse il suo segreto. Un segreto scomodo e orribile che non vorrebbe avere. Si avvia verso il bagno. V. la segue – “Posso accompagnarti, se vuoi. Tanto devo andare in bagno anch’io”. Aurora si arrende e acconsente. Si aggrappa al suo braccio, ma solo perché le è venuto tanto mal di pancia.

“Non credevo che avere le mestruazioni fosse una tale scocciatura”, osserva V., “Mia madre dice sempre alla mia sorellina che è perfettamente naturale.”
“Sai che non ho più mia madre. E poi è terribile.”
“Ma cosa c’è di così terribile nel cambiarsi l’assorbente?”
“Vedere quel coso di plastica riempirsi di sangue rosso e pezzetti di carne… roba mia. Ho paura.”
“Pezzi di carne?! Che cosa sono?”
“Non lo so, per questo non voglio vederli.”
“Non puoi chiedere a qualcuno?”
“A chi, mio padre? A mademoiselle Volnijkov, così figa di legno?”

Arrivano davanti alle due porte. V. dice qualcosa che gli costa molto:

“Almeno voi ragazze avete il ciclo solo una volta al mese. Tu non hai idea che vergogna è per un ragazzo non riuscire a trattenere, ogni giorno della sua vita, quella roba che gli esce dal… dal suo… senza poterla controllare. Vorrei tanto che mio padre fosse qui per potergli parlare. O forse no…” “Non ci avevo mai pensato”, ammette Aurora, e poi gli domanda: “Ma è vero che se voi ragazzi vi toccate il pisello esce quella roba?”
V. annuisce, senza pudore “Sì, io lo faccio spesso, mi piace parecchio, mi rilassa, anche se è strano e meraviglioso vederla uscire. Io e gli altri ne abbiamo parlato, e sai che ha detto R.? Che lo fanno tutti gli uomini dai tredici ai centotré anni!”
Tutti gli uomini lo fanno?” ripeté Aurora sconvolta e indignata.
“Non ti stringerò mai più la mano!” esclama, chiudendo la porta del bagno dietro di sé.

Cristina


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