Ti avvicini alla poesia ed è evidente che sia in estensione del tuo fanciullina, come va il rapporto col tuo Io onirico?
Per quanto la mia immaginazione mi aiuti molto nel processo creativo e nell’approccio alla scrittura, prendo prettamente ispirazione dalla realtà che mi circonda. I fatti e le storie che racconto sono particolari di una giornata, di una conversazione, di una relazione, che metto insieme e, in questo modo, riesco a far permanere nel tempo. Ho iniziato a scrivere perché volevo ricordare tutto. Ho capito che davo più peso a un cane che passeggiava con un palloncino attaccato al collare piuttosto che a una cena fuori, e per tenere tutto a mente scrivo. Meravigliarsi delle piccole cose è una grande fortuna ed è il mio motore principale. L’Io onirico è un concetto che voglio approfondire in quanto la dimensione del sogno può certamente influire sul processo e credo, al momento, mi aiuti ma in modo abbastanza inconsapevole. Riuscire ad avvicinarsi all’inconscio con fini artistici deve essere qualcosa di eccezionale che sono certa sia frutto di un lungo percorso. Al momento cerco di concentrarmi sull’essere grata di tutto ciò che mi accade e prendermi cura di me stessa al meglio che posso. La dimensione onirica entrerà in gioco con il tempo, ma per ora ci sono ancora troppe cose reali per cui la mia fanciullina può adoperarsi.
Il confronto con le classi e con chi una coscienza poetica l’ha sopita cosa ti ha lasciato?
L’iniziativa delle scuole nasce principalmente da una necessità di contatto umano. Lavorando con i social non è sempre facilissimo mantenere un contatto con la realtà e con le persone al di fuori di uno schermo, per non dar per scontato la differenza tra un follower e un individuo. Tornare a scuola è stata un’esperienza molto importante e formativa, mi ha fatto realizzare quanto gli studenti, con uno stimolo minimo, possano dare voce alle loro emozioni in modo davvero personale. Ho cercato di portare in classe qualcosa che avrei voluto facessero vedere a me durante il liceo, ovvero la possibilità di percepire la scuola come un luogo sicuro, creativo e stimolante. Nel laboratorio è prevista una parte di scrittura creativa in cui il tema è “Cosa resta ancora da dire di te”, e la maggior parte delle volte, per quanto non uscissero versi sintatticamente eccezionali, la purezza dei contenuti mi ha sempre emozionata molto. La coscienza poetica vera e propria credo sia un punto di arrivo lontano anche per me, ma sapere di aver contribuito, anche in minima parte, a far rimanere dei pensieri e delle esperienze su un foglio, mi rende felice. È nelle scuole che cresce il futuro, e allo stesso tempo, nello stesso luogo, si continua a concepire la poesia non come un mezzo, ma come qualcosa di obsoleto e irraggiungibile, almeno nella maggior parte dei casi. Il mio obiettivo è quello di riprendere la poesia e, come succede con la musica, usufruirne come via d’espressione, senza troppo giudizio o vergogna. Il momento in cui, nelle scuole, sento che questa idea di cui sono innamorata, scorre e arriva tra i banchi e si trasferisce in chi ascolta sento di aver iniziato qualcosa di bello.
Immaginando che tu stia muovendo i primi passi delicati in precario equilibrio sul confine tra poesia e teatro dove vuoi farci precipitare?
L’obiettivo non è quello di precipitare, ma continuare a camminare in bilico. Ho molti progetti per il futuro per unire la mia formazione teatrale e ciò che scrivo, vorrei riuscire a far sì che i social siano un ponte e non una destinazione, costruire un percorso fatto di serate live e incontri dal vivo perché la poesia passa attraverso le parole, ma ciò che preferisco è il reale contatto visivo e umano. Il piano è quello di riuscire a viaggiare e fare esperienza per riuscire a mettere in rima tutto ciò che sia vita e relazione con il mondo. Credo sia imprescindibile ristabilire un legame primario con la natura e vorrei sperimentare in questo ambito, riavvicinarmi a tutto ciò che non sia metropoli, inutile fretta e consumismo non solo come obiettivo di vita ma anche di scrittura. Sento di star intraprendendo un percorso in itinere e le tappe non sono ancora scandite, di certo mi piacerebbe prossimamente pubblicare una piccola raccolta e vedere che succede.
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