Descrivi il DISGUSTO di un personaggio nei confronti di una o più SECREZIONI UMANE; presta attenzione a mostrare il disgusto senza mai dirlo apertamente.

La faccia, a poche decine di centimetri dalla sua, le occupava quasi tutta la visuale.
Era impossibile fissare lo sguardo su qualcos’altro o cercare di guardare distrattamente altrove, assumendo una finta aria svagata, come era riuscita a fare fino a quel momento.

Lui, con lo sguardo fisso su di lei, si mise a canticchiare con voce roca e piatta quella canzone che aveva cantato al concerto di fine anno poco più di un mese prima. Lei fece oscillare la testa seguendo il ritmo della musica, cercando di non concentrarsi sulle sue labbra umide di saliva e piene di pellicine. Sopra il labbro superiore qualche sparuto pelo nero cercava di darsi l’aria di un paio di baffi e minuscole goccioline di sudore contornavano il disegno della sua bocca. Aveva le guance punteggiate da piccoli brufoli rosei e lievemente in rilievo. Sulla sommità di ciascuno di essi, a quella distanza ridottissima, poteva chiaramente individuare un minuscolo puntino giallastro di pus.

Arrivò al ritornello della canzone con una specie di miagolio e le afferrò la mano. Lei sentì la sua pelle tiepida e umidiccia al tatto. Faceva caldo e il sudore gli appiccicava la maglietta al petto lasciando due chiazze bagnate sotto le ascelle e un colorito giallino sul tessuto di cotone che avrebbe dovuto essere bianco. Anche il collo era lucido e i capelli portati un po’ lunghi, uniti a ciocche, vi si appiccicavano disordinati.

Lei chiuse gli occhi e respirò a fondo per darsi un contegno rilassato. Pensò alle vacanze e al concerto di fine anno quando lui aveva suonato con il suo gruppo e lei non avrebbe mai immaginato di potergli davvero rivolgere la parola o che sarebbero addirittura usciti insieme.
Ma quell’immagine di lui sembrava scolorire ed essiccare al sole di quel pomeriggio afoso, rimpiazzata da un corpo sudato e vicino, troppo vicino per i suoi gusti.
Si concentrò su tutto ciò che rendeva l’estate la sua stagione preferita. Cercò di sentire il profumo dell’erba e dei fiori intorno, ma le raggiunse le narici solo un odore pungente di sudore.

Sentiva il suo respiro caldo sulla faccia, il rumore umido della sua bocca che si avvicinava, la massa bagnaticcia dei suoi palmi appiccicati alla sua pelle.
Che finisca il prima possibile, pensò, e si buttò, sperando che la fretta di allontanarsi da lì potesse essere scambiata per trasporto.

Chiara


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